3.05.2012

Leaving Melvin

Pensavo che aprire la porta a chi suona fosse un bel gesto.
L'ho pensato fino a 10 minuti fa.

Concordo con Isa che è tempo di trovarci. Prendo l'auto, guido per ore, o tali sembrano e arrivo.
Arrivo e non c'è nessun campanello da suonare.
Nessuna porta a cui bussare.
Isa mi hai preso in giro? Penso. Penso che se avessimo concordato il contrario, a casa mia, ci sarebbe stato un campanello, Isa avrebbe suonato io avrei aperto.
Invece no. Ora mi trovo in seria difficoltà.

Che manchi il campanello, a questo punto, mi pare il minimo. Manca anche la porta a ben vedere e non c'è manco un'indicazione che quello sia un posto dove trovarsi.

Pensavo che quando si viene invitati si finisca per trovarsi a casa di una persona.
L'ho pensato fino a 10 minuti fa.

All'inizio non vedo Isa, dove si sarà cacciata? Ma non c'è campanello o porta. A questo punto penso sia possibile quasi tutto. Mi pare sempre più probabile, però, che Isa mi abbia preso in giro. Scherzo? Trappola? Non lo so. Senza campanello, a essere sinceri, non so come comportarmi.

A ben venere non c'è una casa. C'è un campo di fiori morenti. I fiori morenti.
Finalmente arriva Isa. M'è sembrato un secolo e mezzo.
Prima le ore di auto e adesso l'attesa senza porte case e campanelli.
Arriva Isa e vuole un tè.

Un tè. Siamo senza casa, ci son solo fiori morenti. Isa, smettila di prendermi in giro.
A questo punto, dove tutto è possibile, perché se non c'è campanello porta e casa e ci sono fiori morenti sarà possibile anche un tè, dopotutto...a questo punto mi aspetto che con uno schiocco delle dita Isa imbandisca una tavola a quadretti su un tavolo bianco e che mi serva dei pasticcini alla crema e che all'improvviso siano le 5 e che si inizi a conversare in inglese. O aspetto di svegliarmi.

Pensavo che bere un tè fosse un'azione banale.
L'ho pensato fino a 10 minuti fa.

Non so se ridere, piangere, darmi un pizzicotto, mi sembra tutto surreale, prima l'invito, poi non c'è un campanello, manco la casa, i fiori morenti e ora un tè. Isa smettila.
Mi sento sull'orlo di un burrone. Isa impassibile mi dice che il tè è lì, datti una mossa prendi il tè che poi andiamo.
Lì dove Isa? DOVE? Basta prenderci in giro. Non doveva andare così: dovevo venire a casa tua, suonare il campanello, tu avresti detto ciao, io avrei detto, ciao, e tu accomodati, poi avremmo preso un tè e poi ciao e ancora ciao e grazie e avrei guidato di nuovo. Isa così va la vita, smettila.

Pensavo.
Fino a 10 minuti fa.

Isa s'infastidisce, fa il broncio, una linguaccia, prende una foglia un po' secca, è tutto morente, la foglia non sta di certo meglio, la guarda, me la dà e dice il tuo tè. Pronto ci sei? Cosa dovrei fare, Isa, con questo? COSA? Dice, prendi il tè. Io dico non è questo prendere il tè, non significa questo, devi essere chiaro quando vuoi una cosa. C-H-I-A-R-O. Lo dico senza soffermarmi sull'h. Isa. CHIARO. Isa muta. Pronto? Melvin stai male. Chi? Tu. Io? Melvin smettila di prendermi in giro, dice.

Prende il suo tè. Mi lascia lì con il mio.
Dice ciao. Sei stupido Melvin.


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