11.30.2011

io sono meglio di te

in attesa dell'ispirazione ho trovato una foto sul web che diceva "ogni volta che guardi uomini e donne un libro si suicida".
certo ad un primo livello di comprensione la frase potrebbe essere ribaltata dicendo "leggi un libro, non guardare la tv spazzatura". che ok, può andare anche, ma non ne sono per nulla convinta.

chi sei tu per dire che un libro, uno qualunque, è meglio della tv spazzatura? 
mi pare che in realtà una frase del genere mi stia sbattendo in faccia un'altra cosa e cioè che tu che leggi un libro sei meglio di me che guardo certi programmi.

va bene, non è il mio caso. in realtà non guardo uomini e donne e non potrebbe fregarmene di meno di cosa pensa l'autore della frase a riguardo. ma, c'è un ma, mi da tremendamente fastidio quando qualcuno ti sputa in faccia un io-sono-meglio-di-te, senza rispetto e senza dignità.

"dovresti buttar giù qualche chilo" la frase potrebbe continuare con "perchè io che sono magro, vedi, sono meglio di te"
"io non mangio carne" ..."perchè vedi io sono vegetariano, sono meglio di te"
"quello non va neppure in chiesa a natale"* e dato che neppure te ci vai "io ci vado e quindi sono meglio di te, eretico"
"oddio cosa fa quella balena con le scarpe col tacco"... "io sono secca me le posso permettere"... "io sono meglio di te"
"alla loro età io lavoravo già" (tu hai la mia età, stronza) "io sono meglio di te, perchè io lavoro"
"non capisco quelli che hanno figli e convivono" o "non capisco quelli che si sposano senza fare figli" ..."qualunque sia la tua condizione, io sono meglio di te"
"ma dai? guardi beautiful/qualsiasialtroprogrammarandom?!" ..."oddio poverina, io sono meglio di te"
"ma che schifo la faccia di quello!" (herpes, acne, dermatite...qualsiasi cosa) "io sono sano, sono bello, sono meglio di te"
"hai la ricrescita" "sfigato, sono meglio di te"

il punto è che sarai meglio di me, ma non mi rispetti per nulla. e questo non è assolutamente essere meglio, è solo essere megliamente (uhm..) teste di cazzo. e allora se ti interessa essere una testa di cazzo meglio, vai, continua pure.











*questa, per me, è la più tremenda: nelle altre metti che un filino ci sia l'idea salutista, ma questa proprio è vomitevole

11.29.2011

do you remember this?

Hai presente, gli ho detto, quando trovi per caso qualcosa di vecchio, vecchissimo, e poi dici, gli ho detto, dici te lo ricordi questo? e allora l'altro ti dice ah sì, ah cazzo, ma dai ecco dov'era, ma sì, ma certo.

Allora, gli ho detto, oggi ti dico te lo ricordi questo? allora lui dice, questo cosa? e io gli dico questa giornata di merda. Lui dice no, mi sembra nuova, allora gli ho detto te non hai memoria, sei smemorato, ecco perchè ti sembra nuova.


Se qualche giorno fa me la son presa con le madri che scaricano le colpe i giudizi i falsi moralismi sui figli, oggi, e non solo per oggi, me la prendo con i figli (lo siamo tutti di certo) che scaricano responsabilità proprie sugli altri.

mi dice te l'avevo detto, io penso, un cazzo me l'avevi detto, fare spallucce non è proprio dire niente, manco ridere lo è, non mi hai detto proprio niente.

Pararsi il culo è un'arte. Un'arte che puoi ancheapprendere, ma come ti insegnano a scuola l'artista può affinare la tecnica, ma la genialità non la impari. Quindi di pararsi il culo, caro figlio, tu ne hai fatto una professione.

Anche io, a mio modo, mi diverto a scaricare la colpa sugli altri, un po' da figlia frustrata mi consolo nell'eterna frase bartiana non sono stato io.

Ma una cosa è rovesciare un bicchiere d'acqua per terra e fare finta che la colpa sia del bicchiere scivoloso.
Altra cosa è togliersi di dosso la responsabilità di quello che si è fatto dicendo all'altro, io te l'avevo detto, adesso è tutta colpa tua. O tu non lo sai fare, ti avevo avvisato, non si fa così.

No perchè a me nessuno avverte prima, e avvertire a giochi fatti sappiatelo, non è un cazzo carino.
Allora imparate ad avvertire e a non tagliare la faccia alla gente, che manco questo è carino, ed è anche avere la faccia tosta di farsi una figura di merda premeditata. Ma non vi interessa, I know.

Allora, gli ho detto, ti ricordi quello? E lui, quello chi? Quello lì, quello. Gli dico, non stai mai attento cazzo, perdi il filo del discorso, fanculo. Allora, mi dice, non è che perdo il filo del discorso, è che te non ti spieghi.
No, dico io, non è che non mispiego io, tu non capisci. Allora lui dice, no ho capito invece, perchè ora so chi è quello. Ah sì, gli ho detto, da cosa l'hai capito? Allora, mi dice, sai da cosa? Dal fatto, e ti dico gli offlaga, mi dice, che quello c'ha la faccia come il culo.

Grazie, e arrivederci.

11.28.2011

Ezio e Chiara

piove sul binario 9. vuoto.
le pietre, erano bianche, nerastre ora per via del passaggio sconsiderato delle carrozze, si colarano di rossoviolageo spento, è l'acqua pregna di smog.
una foglia di platano, ricordo dell'autunno, giace inerme sul fondo umido del binario 9.
voci fresche attraversano veloci la carrozza 4, prima classe, declassata a seconda.
Ezio, nel togliersi il cappello con la pelliccetta blu scolorita dagli anni, guarda quei visi, con i loro colori addosso, allontanarsi. Il suo sguardo, più lento di quei corpi, non riesce a sguirli fino alla fine del corridoio.
rassegnato punta verso la sua giacca impegnandosi ad aprire la cerniera che ha perso ogni forza e non gli pone più resistenza.
Al binario 7 il treno è appena partito, mentre tutti i passeggeri sono in attesa all'8, bloccati nei loro sedili, già scelti.
Ezio sente il treno scuoterlo e si sveglia di scatto, si pulisce gli occhiali con il fondo blu del suo maglione di lana, si guarda le mani, ma non le vede, appoggia con lentezza, ma con gesto preciso, i suoi occhiali sul suo naso e la guarda, la vede. Chiara è seduta di fronte a lui, con il suo abito viola di calda lana, le ginocchia incrociate e scoperte, ondeggia il piede sinistro leggendo il suo libro in inglese.
Ezio è smarrito, interroga se stesso su questa giovane donna. Quando è salita? e quando si è seduta? possibile, si ripete sconsolato, che mi sia addormento per così tanto tempo. tra sè e sè fa spallucce e con mano veloce si manda a quel paese, guarda fuori dal inestrino, ma non vede a causa della sporcizia accumulata sul finestrino e sui suoi occhiali.
Chiara era intenta ad armeggiare in modo passivo con i suoi capelli lunghi, mentre leggeva qualche pagina in inglese dal suo libro con la copertina rovesciata, l'angolo destro morso da un roditore, il bordo stropicciato e opaco, come se fosse stato per lungo tempo alla mercè dell'acqua.
Di certo Chiara in quel momento era totalmente assorbita dai discorsi geopolitici del  libro, incurante delle condizioni dello stesso. Il vestito aveva maniche larghe che le si arrotolavano fsino al gomito mentre teneva il libro n altro, con la mano destra, le parole sospese davanti ai suoi occhi. Ispirata da quelle pagine prese a dondolare più velocemente il piede e a liscarsi i capelli tra le dita ossute della mano sinistra. Il corpo era stato inghiottito dai sedili verdi di quella carrozza declassata.
A Ezio dondolava la testa a ogni traversina sgangherata su cui il treno poggiava. Gli occhiali gli scendevano un poco sul naso, ma alla traversina sucessiva ecco che si ritrovavano apposto. A lui doveva essere sembrata un'eternità quella passata a dormire, dacché ogni volta che riapriva gli occhi guardava, senza mettere a fuoco, Chiara, con rinnovata curiosità e tornava sconsolato al suo pisolino.
Aveva smesso di piovere, e le gocce, troppo poche, avevano depositato sui finistrini già provati, uno strato di polvere nerastra che andava confondendo con la coltre di smog e nebbia che ricopriva la pianura.
Chiara alzò gli occhi un istante dal libro, si concentro per guardare attraverso il finestrino opaco. Nei suoi occhi si leggea la lettura mentale del suo archivio privato, cercava un segno, uno qualunque, in quel paesaggio, che potess farle capire in che posto si trovasse in quel momento. Al limitare della foschia, l'emersione di una torretta desolata, parve dare un significato quasi sacro, soffiò col naso, quasi a congratularsi con la sua memoria e tornò al libro.
Quando il treno si fermò nè Chiara nè Ezio, ormai addormentato, se ne accorsero, entrambi assorti nei loro mondi privati.
E così quando un nuovo passeggero si sedette di fianco a loro ingombrando anche il quarto posto con il suo bagaglio, i due non si scomposero, lasciando al passeggero il tempo per un pigro sorriso di saluto che presto si trasformò in una smorfia, cogliendolo impreparato all'indifferenza dei suoi compagni di viaggio.

adesso

strippo.


11.25.2011

inzozzati fino alle ascelle

della melma son sicura di aver parlato, di essere immersi sino al collo nel fango.
non me ne vogliano i messinesi in queste giornate, ciò che intendo è qualcosa di metaforico, a volte surreale, un modo di vedere i fatti nudi e crudi.

un giorno ci tornai a casa inzozzata fino alle ascelle, erano gli anni migliori, quelli in cui esci in bici, giri in lungo in largo, poi cadi in pozzanghere mezze ghiacciate e usi la caduta come momento di divertimento collettivo.
il problema non è inzozzarsi è tornare a casa e giustificarsi.
è lì che sei nella melma, è quella metaforica il problema.
divertito ti sei divertito e ora? ora come lo spieghi il tuo divertimento? t'aspetta la corte marziale e qualsiasi cosa dirai verrà usata contro di te. il giudizio morale pende sopra la tua testa, non puoi scappare, pieno di merda come sei puoi solo rimanere immobile per non morire soffocato all'istante.
mi è successo più volte che dall'inzozzamento reale si passasse a quello metaforico ben più difficile da gestire.
è ben tollerato sino a 2 anni, ma poi non hai scampo.

voglio scrivere di tutte quelle mamme e a tutte quelle mamma di quanto tremendo sia esser giudicati per una cosa di così poco conto.
care madri, voi non ve ne rendete conto, lo so che vi siete dimenticate di voi stesse millemila anni fa, ma vi prego, riflettete, un attimo solo, spegnete la tv, la lavatrice, il lavaggio dei piatti, smettete di sgridare e gridare e fermatevi. un attimo solo.

care madri, ho 5 anni, non vi capisco. non parlo la vostra lingua. lo so che sembra di sì, ma vi assicuro non è così, se mi sgridate e giudicate il mio comportamento io capisco solo che mi odiate tantissimo, che volete togliermi paffi dalle mani, che odiate anche paffi, sento solo questo STUPIDOSTUPIDOSTUPIDO.

care madri, ho 11 anni, adesso parlo come voi, ma mi diverto in modo diverso, non capisco il vostro universo, sto ancora imparando i segnali e i simboli. il linguaggio non verbale non mi è chiaro, non so ancora decifrarvi completamente. lo so che sembra di sì, ma sto solo facendo le prove di maturità, voglio solo mostarvi che posso essere come voi volete, perchè non mi sento amato altrimenti. se mi sgridate tutto quello che penso è che sono una brutta persona, che sto facendo delle cose bruttissime, che i grandi non farebbero mai e per questo sono cose sbagliate, che non potrò essere come voi, madri, questo capisco e per questo smetto di fare quel che faccio, o mi arrabbio.

care madri, ho 21 anni, la patente e il diploma anche. adesso siamo uguali, rughe a parte. ho imparato che non posso rotolarmi nel fango perchè voi mi odiereste e perchè è una cosa che non si fa. è una cosa sbagliata, le brave persone non lo fanno.

care madri, se è questo lo scopo, brave, ci siete riuscite a far dei vostri figli delle pecore ambulanti. se non lo fosse invece prendete due bei stivali di gomma uscite sulle pozzanghere e rotolatevi, anche se avete più di 21 anni.


11.22.2011

fare il passo

più lungo della gamba.
mi viene benissimo considerando la mia scarsissima altezza.

11.21.2011

i gatti pesanti nascosti dietro le porte.

vorrei ma non posso.
no grazie.

oggi leggevo un inutile articolo su internazionale*. ero in bagno, quindi l'inutilità ci stava tutta. ma perchè inutile? l'articolo era Perché scrivo di Hanif Kureishi. due pagine forse tre fitte in cui lo scrittore spiega perché scrive o meglio le sue "avventure" di scrittura. lo spiega ai lettori.
m'è venuto da dire qualcosa a riguardo. perché m'ha fatto strano che questo spieghi perché scrive ai lettori. i lettori scrivono? sì? no? non lo so. io non ho manco finito di leggere l'articolo, non mi ritengo una lettrice nè di lui, nè in generale. torno a chiedermi se il lettore scrive, e se scrive gli interessa sapere di cosa pensa del perchè scrive questo? ma una cosa per volta.

il lettore.
il lettore è quell'essere infimo come l'ascoltatore di musica.
è un paragone banale stupido ma mi vien bene così.
l'ascoltatore di musica di un certo tipo è uno scassamaroni. con musica di un certo tipo intendo quella musica che passa di rado per radio. quindi è l'ascoltatore insodisfatto che scassa i maroni. l'ascoltatore che è attento che critica che ti spiega (l'ascoltatore attento fa sopratutto questo TI SPIEGA a te, stupido profano, perchè sei una testa di minchia.) l'ascoltatore davvero attento, nota importante, generalmente non suona. perchè se suonasse si menerebbe pippe sullo strumento prescelto invece di scassare i maroni (leggisi come fare le pippe a te.)
il lettore è anche lui un essere infimo come l'ascoltatore attento. ti scassa i maroni in altro modo. si fa figo, gli fa figo, che lui legge cose serie oppure che lui legge harry potter, il signore degli anelli, la saga di tualait invece di vederla al cinema (SIGH!). e te, di fatto, stupido profano, non ne capisci nulla. il lettore del tipo scassa maroni legge i motivi per cui scrivono gli scrittori perchè come il suo amico ascoltatore non suona il lettore non scrive. 

lo scrittore
al pari del musicista che si fa pippe sullo strumento, lo scrittore si fa pippe con le sue pippe mentali. io lettrice disattenta non mi interesso molto alle pippe sulle pippe. perché scrivi? non lo so, non mi interessa, non mi interessano i consigli per scrivere o non scrivere (che poi sto leggendo, dammi un consiglio su come leggere i tuoi libri invece che dirmi su come perché e cosa è scrivere per te). poi tu scrittore chi accidenti sei?
c'è quello che scrive libri da ombrellone, che ne so grisham ma anche king per dire, quello che scrive libri idioti per donne sole e sfigate (una su tutte, kinsella) e poi un cumulo di gente che scrive cagate immani e fa milioni (i miei amici harry potter e tualait di prima). opinione mia eh. comunque questi fanno i soldi, quelli veri, quelli che se ci paghi il caffè non chiamano i carabinieri per arrestarti, per intenderci.
questi qui, le pippe non se le fanno mica o hanno gli scrittori fantasmi (e fabio volo ringrazia) o semplicemente scrivere è un mestiere random e quindi via.
poi gli altri, quelli che non è un mestiere, son anche peggio. sono il rovescio della medaglia di quelli che si fanno fighi leggendo, loro si fanno fighi scrivendo.

ho pescato nel mucchio delle possibilità. ma perché non contemplare anche questi due tipi visto che esistono? 
dal mio piccolo buco di culo non mi sento di sentenziare (l'ho fatto? ops.) mi sta solo tremendamente sulle palle dover sorbirmi questo branco di pallosi ognidì. perchè diciamocelo che siano lettori che siano scrittori spacca maroni entrambi sono.
io non sto nel mezzo, non sto proprio. btw smettetela di prendermi poco sul serio solo perché vi fa figo. denkiu.

(sfumando... non son degno di te...)






* sì, ok internazionale esce di sabato, LO SO. però ora che arrivo a fine rivista s'è già fatto venerdì, e se devo finirla tutta ci vuole più o meno un mese.

11.15.2011

dell'inutilità e spocchiosità

quando ti serve, dannatamente, non lo trovi.
No, non è il mazzo di chiavi, che ti tocca ravanare in brosa per almeno 50 minuti prima di trovarlo, congelandoti e/o pisciandoti sotto davanti alla porta di casa. E No, non è neppure il portafoglio, che sparisce proprio mentre devi pagare, si crea una fila immane e al negoziante gli si allunga la barba di almeno 3 cm nel mentre. E No, non è neanche quel benedetto libro che dovevi restituire alla biblioteca circa un secolo fa e che dopo l'ennesimo sollecito con tanto di minaccia di morte ti trovi a cercare alle 4 di notte in preda al panico.
Parlo del sito. di quel sito che può dare una svolta alla tua esistenza.
Che cazzata vero? E invece no.
Ci sono informazioni che riguardano il proprio stato che son facili da trovare, abbastanza facili per chi sa usare dignitosamente google, insomma se non le trovi a pagina 1 prima della decima le hai trovate sicuro.
In italiano si sa come cercare (se non lo sapete beh pagatemi che vi insegno, prometto ottimi risultati).
Il problema è quando si deve trovare un'informazione di qualsiasi tipo in una lingua straniera.
e qua i problemi si moltiplicano all'infinito.
prefazione: saper cosa cercare e tradurselo in inglese
1. google.it e google.com capiscono che sono in Italia e quindi questi stronzi mi rimandano a siti web italiani scritti in inglese o siti scritti in inglese inglesi/americani ma inutili.
2. dopo aver scremato trovarsi di fronte all'ennesimo articolo che parla dell'articolo che parla dell'articolo che era citato nell'articolo contenuto tra la raccolta di articoli. Insomma la fonte primaria è inesistente. E voi non state manco cercando un fottutissimo articolo.
3. I page not found si moltiplicano esattamente quando il link, finalmente, sembra quello che fa al caso tuo
4. Ok finchè cerchiamo in inglese, ma come la mettiamo quando dobbiamo trovare cose scritte in altre lingue? non se ne parla di usare translate, vi ritroverete in siti di dubbio gusto in ogni caso.
5. Sono passate 3 ore intanto e la cosa vi serviva per l'altro ieri. State sudando freddo, e caldo, e scaldandovi. Ma niente, sembra che l'argomento che vi serve sia del tutto privo di senso secondo il web. Insomma questa cos ala conoscete solo voi, ve la siete inventata, e google sta ridendo di voi mentre si fuma un toscano anche.
6. Se continuate nella ricerca finirete in qualche pagina di facebook a caso. Una a caso. e nel frattempo le pubblicità vi invaderanno lo schermo e la vita e per scremarle passa un'altra bella oretta.

Qui o si molla o non si demorde ma si cambia strategia.
Nel primo caso: la vostra vita rimarrà sempre quella merdosa di prima e goodbye chance.
Nel secondo caso: la strategia è solo una: CHIEDERE AGLI UMANI.
No ehi nessuna differenza tra google e gli umani, cercheranno entrambri di farvi sembrare dei coglioni, ma vuoi mettere la differenza a sputare in faccia a un individuo in carne e ossa?

11.10.2011

L'articolo di moda più abusato: la Sciarpa.

Ciao, mi chiamo Fiorella. Sono nata a luglio 2011, era il 16, faceva molto caldo e mia mamma sudava tantissimo. Mia mamma è cinese di un villaggio vicino al confine con il Vietnam, vicino a Mong Cai. Abitava sul mare quando stava in Cina, mia mamma, adesso invece abita in uno scantinato, che poi è dove sono nata io, cioè la stanza vicina a dire il vero. Mio papà invece è americano, di vicino Nashville, e non trovate curioso che si chiami Singer? Io se penso che viene da vicino Nashville e si chiama Singer quasi piango dal ridere. Mia mamma mi teneva al caldo mentre nascevo, mia mamma è delicata, non mi ha mai dato uno strattone. Mio papà invece è rigidissimo, uno tutto d'un pezzo, d'acciaio come si dice. Quando sono nata loro volevano farmi bellissima. Mia mamma ci ha messo molta cura e tempo ad allevarmi. Ha scelto i fiori adatti a me, i colori, addirittura ha scelto un pizzo intonato a me, e mi ha sempre cantato canzoni bellissime. Papà balbettava e ripeteva sempre tatatatata, all'infinito, nessuno lo capisce papà.
Ho fatto la mia infanzia in quello stanzone lì, pieno di altri come me, mi sentivo bene tra amici, ci capivamo. Sapete tutti i nostri papà balbettano, ma non è un problema grosso lì, non lo era per me, mia mamma mi teneva al caldo, questo importava.
Ad agosto mi trasferiscono in una stanza più piccola ed umida, siamo tante, sudiamo tantissimo, e per non appiccicarci ci danno dei fogli di plastica e un biglietto e ciao, partiamo tutte in questa stanza piccola. Una puzza tremenda c'era. Mia mamma mi aveva dato il suo pizzo più bello e adesso sentivo che si stava rovinando dentro quella stanzetta angusta con le altre che spingevano e grattavano e graffiavano.
Finalmente a settembre aprono la stanza. Io stavo malissimo. Il mio pizzo era quasi logoro per via dello strofinamento sulla plastica delle altre. Che cosa fastidiosa! Ma finalmente un posto nuovo, mani calde, di nuovo. Le altre vedo che partono di nuovo, nuovi biglietti, io no, finisco per due giorni in una stanza piccola, ma luminosa, poi incontro Lucia, è uguale a mia mamma, ma ha un nome stranissimo. Sinceramente quando parla non la capisco. Però mi tiene calda, per un po' almeno, poi inizia la scuola anche per me. In fila con le altre, era pieno di nuovo, ma la scuola è bella luminosa calda posso essere libera, vicino alle altre, ogni tanto qualcuna ci prende tra le braccia, è bello, è caldo, poi torniamo a stare tra di noi, a studiare.
Un giorno però arriva una, e vedo che ha una mia vecchia compagna di giochi con lei, non ci credo! è una cosa bellissima e come deve star calda lei! Questa, che si chiama Maura, decide che devo seguirla. Che bello insieme alla mia amica d'infanzia, finalmente al caldo! Saluto la scuola e vado via contenta verso la mia nuova vita, vita di libertà, viaggi incontri emozionanti.
Invece no. Sappiatelo, la vita non è proprio così.
Va a finire che, due giorni dopo arriva una nuova, col pizzo integro, il mio s'era rovinato nel viaggio, ve l'avevo detto no? E dopo una settimana un'altra ancora. Finisco in una stanzetta buia di nuovo, insieme ad altre, siamo sporche, alcune hanno un profumo da due soldi nauseante. Spero in una nuova liberazione, come quel giorno che son tornata a casa, spero di vedere il mondo di nuovo, sentire il caldo di Maura e l'arietta fresca di questo ottobre. Ma niente.
Alla fine di ottobre rivedo la luce, per una fortuna o non lo so, quell'altra col pizzo integro la vedo sul divano. Deve essersi fatta male uno dei giorni scorsi, mi sa. Vado con Maura in un posto strano. Una stanza che si muove, mi viene un po' di mal di testa. Maura mi porta dappertutto, vedo un sacco di cose nuove che alla scuola nessuno mi aveva detto che esistessero! Ahhhh la scuola mi manca un po', ma adesso posso vedere cose bellissime e nel frattempo sono sola con Maura e al caldo.
Poi la tragedia. Rimango sola in quella stanza che si muove. Nessuno mi vede, Maura non c'è più. Aiuto.
Quando fa buio si avvicina uno, diversissimo da papà, zitto, ma simile per altri versi, anche lui tutto d'un pezzo, però è un pezzo nero, e puzza tanto! Mi ritrovo vicino ad altri diversi da me, ma chi sono, cosa vogliono? Un succo mi racconta la storia della sua vita. Ma cosa vuoi che mi interessi a me. Io voglio Maura, mi sento sola. Aiuto.
Per fortuna arriva Maria, mi pesca dal mucchio, mi dice "sei bellissima con questo pizzo blu", io quasi piango di gioia. Giuro. E vado via con Maria. Adesso con Maria vedo un sacco di cose, siamo sempre all'aperto.
Questa notte Maria non mi teneva più caldo. Non so cosa sia successo. Spero arrivi presto il sole a scaldarmi di nuovo.
Ma intanto vi dico una cosa, Maura era una stronza.

Grazie agente di polizia per avermi fatto rilasciare questa dichiarazione.

Sciarpa col pizzo blu rovinato.

11.03.2011

i 6 gradi di separazione

chi ci crede? a deriderli! dai non è possbile. me lo son sempre detta. sono una cosa che funziona su carta.
ecco no, funziona se non sai dove vai a parare e se per caso succede un caso di serendipity (questa sì che funziona sempre).
mi è successo prima. è figo. e capita random, non con i calcoli ben fatti, nossignori.

allora succede così: conosco una ragazza due tre anni fa per caso amica di una conoscente per caso instauriamo un rapporto amicale e st'estate questa pulzella si sposa e al suo matrimonio suonano dei parenti, ma bravi bravi eh, gente seria, mica da karaoke.
storia b: con un'amica di vecchia data ci prende la fissa per un cantante, così random credo, poi lo seguiamo qualche volta live, io mi iscrivo alla sua pagina di fb (chi è che non ce l'ha?) e la persona che gestisce la sua pagina di fb è una fotografa e allora clicco e cerco che foto fa e scopro che
ha fotografato la band di cui sopra.

figo.
ste cose a cazzi e mazzi mi piacciono. soprattutto quando ho speso 15 minuti della mia vita a tirar saracche contro enel.