2.15.2012

"Racconta cosa è successo ieri": lo yogurt scaduto, si può mangiare?

Svolgimento:

Ieri era San Valentino, o almeno è quello che c'è scritto sul mio calendario. Questa festa capita una volta all'anno, come natale pasqua il primo maggio il quindi agosto o il primo aprile. Uguale.
Ieri sono successe molte cose, la maggior parte delle quali assolutamente non legate a San Valentino.
A esempio ieri il premier con la sua ciurma ha detto no alle olimpiadi a Roma. E allora in quel momento lì ho pensato che finalmente avevo un motivo per apprezzare la nuova squadra. Chi lascia la strada vecchia per quella nuova, sa quel che lascia, ma non quel che trova. Nel mio caso quel che ho trovato mi ha fatto abbastanza schifo. Un po' come quando scopri di avere uno yogurt in fondo al frigo...e wow! insomma ci speravi ma non sapevi che c'era. Prendi il cucchiaino ben felice e poi... data di scadenza...riferita a due anni prima. Non tenti manco di aprirlo. Butti via con tutto l'incartamento nel secco indifferenziato, che tanto è irriciclabile.
Questa sensazione l'ho avuta fino a ieri, poi ieri questo bel stop al televoto mi ha alleggerita un po'. Mi son detta che se non ci fosse questa nuova band con quella vecchia avremo tutti tifato per Roma 2020. E non perché siam sostenitori, ma perché te la vendono così. Io forse l'avrei volute le olimpiadi in Italia, ma a Venezia. Venezia era in gara all'inizio. Io me lo ricordo. Poi ha perso e da quel momento lì in poi non le ho più volute in Italia. Ma forse con la vecchia troupe avrei scelto Roma come candidata ideale. Il problema ora è risolto: il vecchio team è a casa e quello nuovo ha deciso di non dar credito a questa scemenza delle olimpiadi. Che poi se ci penso, anche le olimpiadi fan parte della serie di festività che capitano una volta ogni quattro anni. Come gli anni bisestili.
Proseguiamo, quello era a pranzo.
Poi arriva cena.
...e con la cena arriva il Festival. Prima ho elencato un po' di feste che capitano una volta all'anno, mi son scordata di inserire anche il Festival di Sanremo. Obbligatorio leggerlo Festivàl.
E un po' come il panettone a natale, che anche se preferisci il pandoro, ti tocca, ti tocca anche il Festival.
Il Festival si porta dietro ogni anno una serie di afecionados della non-ultima-ora. Quelli che aborrono, ma poi ci stanno, e per 5 sere all'anno si schiodano dal divano giusto tra un siparietto inutile e l'altro per andare a pisciare. Il Festival è, per questi, come il super bowl per gli americani, o i campionati mondiali di calcio per tutto il resto del mondo: puoi non essere tifoso per niente e finire incastrato nel meccanismo del tutto bloccato per via di una di queste festività comunque, puoi non essere tifoso ma organizzarti per vedere le partite. Anche io faccio parte di questa cerchia molto larga di persone.
Ieri sera davanti alla tv a vedere il Festival eravamo 14,3 milioni. Io ne facevo parte, non so se mi han contato.
Ieri sera anche con il Festival ho avuto un po' la sensazione dello yogurt: so di aver detto che voglio vederlo (il Festival) perché voglio avere un valido motivo per non pagare il canone e quel motivo è valido solo se lo guardi. Insomma se il Festival non lo guardi è un po' come il tuo yogurt perso nel frigo, assume significato e senso solo nel momento in cui lo vedi e lo prendi in mano.

Questi due eventi son collegati tra loro solo dalla mia sensazione a riguardo, ma vanno ben distinti. Vanno distinti perché prima di pranzo non mi ero scolata mezza bottiglia di vino. Questa è la mia giustificazione.
Ora della Bertè però m'era passato tutto. E non ho giustificazioni per averla guardata.


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