2.20.2013

e il 2013 come va?

un anno nuovo che inizia porta con sè, inevitabilmente, i buoni propositi. puoi anche non farli, puoi non scriverli, dirli ad alta voce, ma saresti un mentitore di professione a dire che non te li fai...un po' come dire che le donne non scoreggiano mica.
un anno nuovo che arriva inevitabilmente porta con sè novità. fosse anche solo che è un anno bisestile (no, non è il caso di quest'anno) o semplicemente una nuova tacca sul calendario a ricordarti l'avanzata impetuosa del tempo.
un anno nuovo è una magia. ci siamo abituati a credere che magicamente le cose cambino dal 31 dicembre al primo gennaio e ci mettiamo tutte le forze possibili per modificarle appena un po' a pochi giorni dalla fine dell'anno, rimanendo delusi quando, il due gennaio, abbiamo solo i postumi di una lenta sbornia.

anno del signore 2013. era volgare e lo è ancora.
scrivo come se fosse, in effetti il due gennaio, invece siamo già a febbraio, che è anche quasi terminato.
ce lo ricorderemo come l'anno delle nevicate.

il 2012 è stato l'anno di keep calm. dopo schettino che non voleva salire sulla nave è stato un trionfo di keep calm. se ne vedevano ovunque, di ogni colore, senza corona, con la corona.
è stato l'anno delle olimpiadi, l'anno in cui abbiamo salutato la huston e donna summer, in cui per giorni s'è parlato di rita levi montalcini che si è scoperta non essere immortale, l'anno in cui la terra ha tremato in pianura, l'anno delle lacrime false, dei falsi in bilancio, dei soldi spariti, del federalismo sempre più fake, del (di) nuovo obama, l'anno dell'ilva, dell'imu, dello spread.

il 2013 sembra l'anno intimista. anche sanremo quest'anno non ha avuto grandi sfarzi, nè ospitalate da capogiro. normalmente avrei parlato di sanremo, quest'anno no. quest'anno non c'è nessuna rita che ci lascerà, nè dalla, nè tabucchi. quest'anno passa tutto sottotono.
abbiamo le elezioni e dato che dovremo essere in parcondicio io, almeno io, non ne ho voglia di parlarne. non qui.

invece, ti volevo dire, che c'è altro a cui pensare.
ti volevo dire che ogni volta una persona dice ti volevo dire lentamente muore. muore la sua dignità.
c'è da pensare, ti volevo dire, ad essere un pelino meno stronzi. il che, lo so, è difficile, ma guarda a volte basta poco.
nel 2013 puoi, a titolo esemplificativo, evitare di dire che mi volevi dire, puoi dirmelo e basta
puoi, se vuoi, mettere quel sorrisino falso in tasca un minuto, scendere dal piedistallo, accucciarti e ascoltare
puoi, se ti capita, sederti per terra, senza tovaglioli sotto al culo, e puoi, per una volta, non lamentarti
puoi fare critiche costruttive, invece di insultare l'altro per quello che è
puoi alzare una volta il telefono, e non perché ti serve qualcosa, ma perchè serve a qualcun altro
puoi per un minuto smettere di pensare che il mondo ti giri in torno, puoi smettere per 20 secondi di lamentarti, e, soprattutto, puoi smettere di parlare?
puoi, invece, usare le parole per farti capire, puoi evitare battute sarcastiche, ironiche, e ciniche, quando davvero, davvero, non ne sentiamo alcun bisogno di ascoltarle
puoi, davvero puoi, contare fino a 3. uno, quello che sto dicendo ha senso? due, lo starò mica dicendo perché ho le mie cose/ho la luna storta/la menopausa/l'andropausa/un sasso dentro la scarpa/..., tre, adesso posso tacere.

nel 2013 io non so chi vincerà le elezioni, cosa succederà se andiamo i default, se la crisi ci fagociterà.
non so se lavorerò, se mi pagheranno, se riuscirò a pagare il gas e la corrente e il telefono.
non so neppur ese riuscirò a pagare il bollo auto.
nel 2013 so per certo che ingoierò rospi.
e ti chiedo di avere almeno la decenza di stare in silenzio, di non scassarmi i coglioni, di, per favore, evitare commenti sulla mia persona, quando me lo vedi fare.

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