8.02.2012

Provincia periferica e i suoi inquilini malati. Capelli al culo

Capelli al culo non aveva molto da dirmi.

La guardavo e crecavo di immaginarmi ogni volta che muoveva un muscolo facciale a quale pensiero stesse pensando. Era così radiosa senza essere incinta.
Capelli al culo si muoveva disinvolta fumando sigarette che non le appartenevano.
Era la jolie in ragazze interotte.
O almeno io credevo seriamente che lo fosse.
Certo il non essere anoressica, il non farsi d'eroina, il non avere un mento da uomo, in effetti, le toglievano un po' di fascino, ammettiamolo, ma era un po' così.

Capelli al culo però era una persona noiosa, in realtà.
Sapete una persona con del potenziale, inutile, per ciò che mi riguarda.
Ti diceva fino a lì e tu dovevi immaginarti il resto.
Credo che questa cosa agli uomini piaccia.
No aspetta, credo che questa cosa piaccia agli uomini a cui capelli al culo piaceva.

Capelli al culo non aveva un capello del suo colore naturale.
Nata mora, con i lineamenti da mora, ma le lentiggini da irlandese, aveva deciso, il giorno in cui le era venuto il menarca, di farsi bionda.
Una vita da mora, capelli al culo, non avrebbe mai potuto viverla, nossignore.

Era radiosa e forse divertente. Un po' sopra le righe, ma pur sempre dentro una sua cornice.
Era la cornice a non andarmi totalmente a genio, perché mai avrebbe dovuto piacermi?

Capelli al culo era circondata da uomini di ogni tipo, età, estrazione sociale, colore di pelle, colore di palle, lunghezza del membro, quantità di capelli, escrescenze sul viso.
Ne aveva uno per ogni cambio di mutande, ve l'assicuro. E vi assicuro che di mutande ne aveva ben più di un cassetto. Non puoi certo accordare l'uomo x con la mutanda bianca. NO. per ogni uomo, una mutanda.

La vita di capelli al culo era frenetica. Lei invece no.
Dava l'impressione, se la guardavi negli occhi, di aver qualcosa di misterioso da dirti, da darti.
Sarà. Poi ho capito che era solo il colore, il fatto che non ci vedesse bene e non volesse mettere occhiali, così ti guardava, strizzava un po' gli occhi e tu pensavi, affascinante, invece no, semplicemente capelli al culo non ti vedeva bene.

Appena spegneva una sigaretta ne accendeva un'altra. Dopo 10 minuti starci vicino diventava insopportabile. Così usciva dal posto in cui era a fumarne un'altra. 
Girava con la pelliccia da vamp, capelli al culo, manco avesse 40 anni. L'aria da donna vissuta deve averla avuta anche a 5 anni, a giudicare dalle foto.

Capelli al culo non era una donna facile. Una troietta, come si dice. No. Era alquanto complicata.
Ad esempio te la faceva annusare per mesi, per poi darla, in un nano secondo, al tuo migliore amico, per non ferirti.
Era capace di grandi amori, di quelli da telenovelas, un po' splatter però. Un po' Welsh, un po' Palahniuk, ogni storia che usciva dalla bocca di capelli al culo aveva il sapore aspro di quei luoghi abbandonati di periferia provinciale. Dove i 15enni fanno sesso non protetto sui materassi disdetti dalle ferrovie.

Capelli al culo poteva raccontarti per ore i suoi amplessi, anche se no, non te ne poteva fregare di meno.
Ma lei, come già detto, non aveva molto da dirmi, da dirci, se non l'unica cosa che aveva da darci.



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