12.14.2011

minaccie o minacce. micce o miccie.

va bene dire cazzate a tutte le ore. ha un valore terapeutico fortissimo.
anche dire le parolacce. questa pratica ho scoperto essere diffusa e da svariati anni.
entrambe le pratiche hanno una funzione taumaturgica: di colpo ci si sente vivi e liberati. ma l'effetto dura poco, il tempo di aver finito di dire merda, di dire una barzelletta e alè siamo di nuovo a crucciarsi.
allora più cazzate, più parolacce, più libertà. vero. in parte però.

in alcuni momenti si ha il bisogno di concentrarsi un po' su quelle parole dette per liberazione e ragionarci su. riflettere sul loro vero significato, non su quello che non gli attribuiamo, o sul significato riportato a carattere 3 sul devoto oli. il vero significato di quelle parole non sta in una o nell'altra lettera, ci sta attorno.

personalmente mi sento circondata da cazzate/parolacce. ma queste non sono usate con la funzione, consapevole, di cui qualche riga su. no, queste sono usate nella convinzione che il significato sia altro, che abbia quasi un valore nobiliare, che neppure il devoto oli basti a contenerne l'essenza.

credo di non essere chiara, in questo momento, e con una cazzata direi, per forza, non mi chiamo mica così.
però ragioniamoci un attimo: questa cazzata, divertente magari la prima volta che la senti, fa sorridere me e anche un po' te che stai leggendo fin qua, sempre che non ti si siano "fiapà e bae", nel qual caso, caro avventore, è il caso che tu vada a comprare un compressorino portatile.
per gli altri invece, questa cazzata, significa altro. insomma è una stronzata consapevole.
altra storia è, completamente altra, quella che spinge a credere che il significato di ciò che diciamo sia scritto lì sul devoto. lo diamo per scontato ogni volta che pronunciamo la parola ciao, ad esempio. nel devoto magari l'etimologia c'è anche, ma chi già non la sa di suo, si è chiesto cosa vorrà davvero dire? è un saluto, certo, ma è anche altro. era altro, ma esserselo scordato non ci giustifica.

allo stesso modo, quando si usano le cazzate/parolacce, senza consapevolezza, si cade in quel tranello lì. ci si sente giustificati. e allora tra sè e sè è una bella consolazione, giustificarsi, ma quando si tratta dell'altro, è meglio almeno aprire il devoto, sbirciare, e poi continuare.

il bisogno quindi di concentrarsi un po' non è cosa per tutti eh. non è l'esercizio più facile del mondo o il più semplice. non è che ragionandoci un po' si possa evitare di incorrere nella tremenda giustificazione, questo no, ma, e credo che sia tutto qui il valore, si può cercare di evitare di far incorrere l'altro nello giustificarvi.

amico fiapà, con te non ho speranze, ma con gli altri sì, e magari anche a loro non è che sia molto chiaro.
allora ve lo spiego così: se dici pò e te lo faccio notare e credi di essere nel giusto e vieni insultato. ecco a quel punto minimo un giro sul devoto (o google tipo) te lo devi fare. e no, non per acculturarti, che tanto ormai non c'è speranza, semplicemente per riflettere giusto quei tre secondi prima di minacciarmi. ecco.

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