6.25.2011

lei

lei guardava e rideva. rideva forte di risa intense e amare.
scrollando i capelli, neri di fumo, rideva e rideva.
e scendevano gocce. la pioggia era caduta e l'aveva infradiciata.

lei. stretta in quella specie di trenc da 12 euro e 99. blu. le maniche nè lunghe nè corte. le maniche a metà. che non si capiva se era lo stilista ad essersi confuso o il sarto ad aver sbagliato i calcoli.
trench infradiciato.

lei stringeva al petto la borsetta. una borsetta bella. una borsetta marrone. la sua borsetta. la borsetta di lei. infradiciata.

rideva forte. le gocce scendevano giù veloci veloci. le scarpe dovevano essere state verdi prima del temporale estivo. le scarpe, ballerine ultimamoda, ora marroncine, nere e a tratti color fango, dove colore è un aggettivo, le scarpe di lei. belle. infradiciate.

lei rideva. rideva e non riusciva a non singhiozzare. non riusciva a fermare i movimenti aritmici delle spalle. rideva. infradiciata.

in quel giorno d'estate, lei aveva avuto un po' freddo, s'era preparata al brutto tempo stringendosi nei jeans lunghi, nel trench, ma s'era scordata l'ombrello. faceva freddo pensava lei, ma non pioverà mai, si diceva speranzosa.

ma poi aveva piovuto, e anche la corsa non le era bastata. e manco la sua borsetta, bella e piccina, le era bastata. e manco il trench, le era bastato. si era infradiciata.

ora, mentre rideva, un riso amaro, l'unica cosa che pensava erano i 50 euro buttati dal parrucchiere.

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