6.26.2011

Aperitivi

Carlo è uno che non si può chiamare altro che Carlo. Come vuoi che si chiami una persona di quella stazza lì? Adalberto? Ovviamente si chiama Carlo. A sua mamma doveva essere stato chiaro fin dal parto, che Carlo sarebbe stato Carlo.

Carlo ti guarda che hai il bicchiere mezzo vuoto e te lo vuole rimpire ancora e ti dice "mai lasciare che finisca". Così tu guardi Carlo, e devi fare diversi movimenti con gli occhi per riuscire a incastralo in un'unica istantanea, tu lo guardi e annuisci. Il bicchiere mai vuoto, la moglie sempre ubriaca, pensi.

Allora Carlo asciuga quella bottiglia con la quale t'ha appena versato da bere. L'asciuga passandosela tra le mani e sul grembiule modello tendone da circo 2011, imbrattato di non si sa bene cose, e giuro, non voglio saperlo, poi s'asciuga anche le mani sul suo grembiule e nel mentre ti riempie il bicchiere.

Al quarto bicchiere, senza aver toccato cibo, perchè l'alcol è gratis, ma il mangiare lo paghi, tu rotei gli occhi e ridi. Carlo ti riempie il bicchiere. Carlo si riempie anche il suo, 10 volte nel frattempo. è un gioco di "unoamme e unoattè", solo che i te sono molti, e lui finisce per bere troppo. E non è la sola cosa che Carlo ha di troppo.

Oltre ai chili, al sudore, alle mani, alle macchie sul grebiule, Carlo ha troppe parole. Ti riempie il bicchiere di vino e la testa di parole. Le parole hanno lo stesso sapore del vino. Al secondo bicchiere già non sai più che gusto abbia. E allora annuisci e ridi. E le parole di Carlo si muovono e ti si attaccano addosso e ti sembra di avere delle macchie anche a te che non hai il grembiule.

Poi ride anche Carlo ubriaco di vino e delle sue stesse parole. Tu ridi, poi ti guardi in torno, e fai fatica a superare Carlo con lo sguardo, e c'è gente che ti confonde. All'ennesimo bicchiere Carlo è solo una poltrona comoda sulla quale sedersi e la sua voce musica di sottofondo, bella quanto inutile, che tanto non sai mai che canzone è. Poi ti confondi. c'è questo o questa e te non capisci. è l'ennesimo bicchiere e non puoi capirlo più.

L'obiettivo è scavalcare Carlo-poltrona-umana e trovarne una consona per sederti e ridere.

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