10.30.2012

a mò basta.

L'incompetenza è senza confini.

Quando la incontri faccia a faccia devi solo chiudere gli occhi, dire di sì, sederti, attendere, devi scrutare, sorridere, dare segni d'assenso, non lamentarti, solo capisco, capisco e ancora capisco.

L'incompetenza è spesso accompagnata dalla sua amica arroganza. Non ci sono scuse, non ci sono mi perdoni, non esiste non essere capaci, non sapere e ammetterlo, non possono dirlo, tu non devi ascoltare.

Tempo fa, ma non troppo purtroppo, lessi qualche parola idignata di chi dovrebbe dare pane ogni giorno. Tal persona inveiva contro i giovani, contro i suoi giovani, non dipendenti, ma stagisti infiniti, lamentadosi della loro saccenza, incapacità, arroganza. Ma voi vecchi invece?

Io che aspetto alle poste un'ora perché l'impiegata non sa come aprire e chiudere un programma.
Io che aspetto dal dottore perché la sua impiegata non sa cliccare su invia e continua afare ricerca impallandosi il cervello.
Io che aspetto e cerco di dissimulare l'imbarazzo di fronte a chi, con io che lo pago, dovrebbe aiutarmi in una procedura guidata.

L'incompetenza è nascondersi dietro i propri diritti. Il diritto di continuare a fare un lavoro che non vi piace. Il diritto a portare a casa lo stipendio per aver spostato una mensola da destra a sinistra, peraver deciso che la sedia rossa sta meglio della gialla.
L'incompetenza a voi  paga tutti i miei anni di studio e voi non paghi mi venite anche a dire che mi devo accontentare.

Quando oso mettere in luce quello chedavvero non va, gli sprechi di denaro, risorse, il fatto che può venirci il sangue amaro continuando così, una crisi isterica e un pianto di fronte ai vasetti dello yogurt, quando oso farvi notare che non solo siete un pelino incompetenti, ma siete anche degli arroganti figli di puttana, quando oso alzare lo sguardo, me lo fate ricacciare nelle tasche al suon di "questo è quello che abbiamo", "tu non puoi dire queste cose", "con quale diritto parli tu?".

Siamo giovani. Siamo ignoranti. Ed è vero. IN MOLTI, MOLTISSIMI, lo sono. Io anche lo sono. Ma caro il mio vecchio, o semplicemente caro il mio lavoratore a tempo indeterminato capitato per culo o per caso in quel lavoro che manco ti piace, LO SEI ANCHE TU.

Ma che ti venga un accidente se lo ammetti! Non sia mai.
Tu non sei privilegiato, è un tuo diritto
SIAMO NOI, poveri sfigati bamboccioni choosy, a dover lottare per i nostri diritti.

Caro il mio lavoratore, imprenditore, vecchio, sai che ti dico?
PRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRl.

ed è già tanto se non ti rigo la macchina, STRONZO.

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