9.30.2012

sguardi dalla provincia - storia di

m'appari sbiadita
come sfocata
e t'infrangi
senza lasciarmi il tempo 
di ricordare
di ricordati

capelli di pece
diafana la pelle
occhi che dicevano più della bocca

mani veloci le tue,
sempre a prendere 
mai a dare
qualcosa d'altri
a fartelo tuo 
a richiamare

la più bella
la più dolce

più bello il viso
le gambe

fuori posto come le altre
e mai da sola ti vidi
comparire alla mia porta
una
cento
la metà di mille

non ricordo il tuo sorriso
ma ben conservo 
quel giorno in cui t'è sparito

chiudersi veloce la porta del mondo
mentre tutti 
scuri 
temono
per loro stessi
la tua sorte

9.26.2012

le mille vite di K.

ho preso un aereo e c'era freddo d'inverno. non sapevo che lì dif reddo ne avrei trovato di più.
non ero mai stata a Berlino e quando ho visto scritto "K. ha cambiato la sua città attuale in Berlino" io non son riuscita a contenermi. Dove sei? che fai? Progetti?
una settimana dopo avevo già preso il biglietto. non avevo mai visto Berlino. erano anni che non vedevo te.
la germania m'è sempre sembrata un mondo distante, freddo, irraggiungibile, il termine teutonico l'ho sempre pensato azzeccato. ma perché eri finit* lì K.? volevo sapere. non potevo permettermi di rimanere a vuoto di informazioni, secca di conversazioni. avevo bisogno di aria nuova, forse di ripartite, forse solo di respirare.

ho meno vestiti del previsto. un cappotto che non tiene per niente caldo.
non mi vieni a prendere K. gli impegni devono morderti anche qui. un indirizzo. città nuova. non ho idea di come si dica mi scusi mi può dire dove... come si dirà in tedesco? la tecnologia aiuta chi non sa lingue madri diverse dalla propria. arrivo stremata. lo zaino in spalla come una scolaretta. ho sempre pensato di dover imparare da te e di non avere molto da insegnarti K.
suono all'unico campanello del numero indicato sul mio foglietto. il campanello è senza nome e mi viene un magone tremendo. cosa faccio qui? perché sono venuta qui? sarà il posto giusto? ma K. mi vorrà davvero vedere in giro?

apri. mi guardi. ti sorrido. mi sorridi. apri le braccia, vuoi un abbraccio. velocissimo.
K. senza calze, con un maglione dell'anteguerra. Io d'inverno, K. non t'ho mai vist*.
Primavere ed estati. Un autunno e niente più. l'inverno non è mai stata la nostra stagione.

entro. appoggio le mie cose per terra. mi guardo intorno. K. ma cos'hai fatto qua? come hai arredato questo posto? è, semplicemente, fantastico.
ci sono cuscini ovunque. niente divani, dici, pesavano troppo. l'affitto è basso, meno che in una città media in italia. molto meno della tua vecchia casa. ci sei stata, mi dici. sì. ho un ricordo preciso di quella casa. e questa, no non sembra casa tua.
K. non so cosa ti sia successo nelal vita. vorrei sapere, vorrei avere tutte le informazioni del caso. un taccuino su cui appuntarmele. prendere una lampada farti un interrogatorio di 10 ore. K. la mia passione per il poliziesco non è svanita.
ma non riesco a chiedere, non voglio invadere ancor più uno spazio che già sento di aver invaso solo respirandoci.

mentre guardiamo il sole tramontare dietro i tetti, sedut* sui cuscini, con in mano i nostri bicchieri di vino, però non resisto e te lo chiedo. K. ma sei scappat*?
ricordo tue storie di quando fuggivi per il mondo, anche se il mondo era a 10 km da casa dei tuoi. mi dici che no, non sei fuggit*, sei arrivat*.

la fortuna che avevi avuto non t'era bastata. l'ultima volta che ti ho visto, son sicura di averti ferit* nel profondo. non me lo dirai mai ma quel dirmi che la fortuna non t'era bastata mi fa capire più di quel che credi.
hai ricominciato da zero, dici, senza conoscere il tedesco. buttato al vento la tua vita precedente, lasciato alle spalle tutto. amici, amori e amanti.
adesso dipingi.

scrivi.

mangi insalate.

vegetarianismo.

bevi pochi caffè, anche poco alcol, ma un po' sì per stare in compagnia, birre no.
eri uscit* stanc* da una situazione difficile, amici opportunisti che ti hanno usat* per scopi poco nobili.
ma non solo questo. l'individualismo sfrenato con cui avevi condotto la tua vita fuori dalla casa berlinese.
questo, te lo leggo in faccia, anche se non me lo dici.
K. non ti porto rancore per il tempo non speso a parlarmi.
sono felice di vederti. non sto, per la prima volta da quando ti conosco, imparando nulla. al tempo stesso non ho quel senso di ansia da prestazione che mi mettevi. nè, tanto meno, mi sento qualcosa di meno di te. per una volta non sento la tua fortuna, non sento un po' d'odio nel mio sguardo.

per la prima volta K. ti vedo come persona.


poi mi sveglio.

9.04.2012

dell'antica arte di saper vendere e dei suoi affini

cazzeggiando su youtube mi sono scontrata con questo video
ve ne riporto il succo (con parole riprese dall'autore) e mi permetto dall'alto della mia bassezzaa di commentarlo.
Il video non è interessante in sè ma riassumo un po' quell'atteggiamento che la persona che lavora assume nei confronti del disoccupato e del precario a vita. (in rosso le parti del video)

- renditi disponibile a cogliere le opportunità, a trovare un lavoro, a creare un lavoro
come si diventa disponbili a cogliere le opportunità?
- i titolo di studio non sono richiesti (es. bill gates, steve jobs)
per fare cosa lo si vedrà ma questa affermazione è totalmente fuorviante.
- non è vero che sopra i 40, 50 e 60 non ci sia lavoro, c'è più esperienza
ora non so la vostra età, ma già è dura trovare lavoro, crearlo, a meno di 40 anni, non riesco a figurarmi come l'esperienza sia in qualche modo utile in Italia, attualmente
- mercati emergenti per chi..."non è super laureato" ma fa lavori manuali o sei semplicemente simpatico, dote fondamentale
non servono lauree (vedi, non servono titoli di studio) basta essere simpatici. questo lo diceva anche un noto politico e sappiamo tutti come è andata a finire
- ben disposto a lavorare, ci metti la voglia, con la simpatia e la gentilezza puoi aprire un'azienda
perdete un secondo ad immaginare questa scena: vi recate in banca con un sorriso smagliante, aspettate il vostro turno facendo passare davanti a voi persone ultra65enni, donne incinta, adulti con bambini, quando finalmente tocca a voi, alle 12e45 circa, vi presentate al banco e sempre con il sorriso fate due battute sul tempo atmosferico, potete anche raccontare una barzelletta se ve la sentite, ricordate di dare del lei, di dire grazie e per favore e poi chiedete 250.000 euro per aprire un'azienda. se vi rispondono no, beh forse quella barzelletta sulla religione ve la potevate risparmiare.
- tre settori emergenti per chi usa bene la mente: informatica (creazione di programmi, assistenza perchè i computer si rompono, inventare i plug in, web per vendere,) e il titolo di studio non serve ed è un settore vastissimo
- biotecnologie (meccanica/fisica) integrare le scoperte con la vita di tutti i giorni, c'è da vendere le biotecnologie
politica, qui occorre un rinnovamento totale, non c'è un titolo di studio, ma non c'è un'università che ti insegna il nuovo modo di fare politica, ecologia e politica
facciamola breve: per tutte queste cose, o per la maggiorparte, sì vi serve un titolo. non perché vi serve il pezzo di carta ma perchè certe cose non si imparano guardando la tv, o passeggiando al parco, vi serve del tempo, e generalmente essere disoccupati e "perdere tempo" a studiare a casa da soli, beh non è socialmente concesso, soprattutto se avete avuto 18 anni tra i 15 e i 2 anni fa.
- per chi usa bene il corpo: ristorazione (festiva - le gite, feriale -per chi lavora e mangia fuori e feste - fare una festa in un locale, all'aperto) non devi aprire un ristorante, puoi inventarti tantissime professioni
- assistenza (infermieristica - assistenza alle persone anziane, pulizia vastissimo campo, vendita - vendere non è costringere a comprare, settore in forte espansione)
- turismo (tour operator, recupero tradizioni, eco-vacanze)
anche qui, come sopra. per la ristorazione vi servono svariati permessi, o potete aprire un circolo. questa seconda cosa però ultimamente non è più così semplice da fare, vi serviranno soldi per i permessi.
l'assistenza...a meno che voi non siate delle badanti ucraine, scordatevi di fare assistenza infermieristica senza un titolo. non vi prende nessuno. 
per il turismo potete essere simpatici, ma ricordate che vi serviranno soldi e scartoffie per tutto il resto. 
- ti senti sensibile? per chi è simpatico, sensibile, artista: - spettacolo (youtube offre molte opportunità) animazione, farti conoscere, moltissime opportunità
- musica (novità, tradizione, jingle, anche via web)
- artigianato (moda, la gente ama vestirsi, restauro, strumenti musicali, quelli fatti con il legno, le colle possono integrarsi con i discorsi di eco-vacanze)
si rasenta la follia. o forse non ho chiarito una cosa da subito: per me lavorare significa essere pagati in denaro che abbia valore sul mercato (per intenderci i soldi del monopoli non valgono per quanto mi riguarda), e non so da quando ci sia l'effettiva opportunità di fare musica e guadagnare.
 
FIN QUI sono BEN più di 25 opportunità
davvero?
per ogni settore emergente occorro altre figure:
- fornitori di materiali - venditore
- fornitori di edifici (forniscono anche le strade) - venditore
-  venditori (elaborano strategie di acquisto)
-  coordinatori che sanno ottimizzare il flusso delle vendite, dell'assistenza -- venditore
- insegnanti che spiegano come coordinare la ricerca, come far funzionare la macchina, come raggiungere un risultato - e questi sempre senza titoli di studio
- formatori brevi corsi, forniscono conoscenze a piccoli gruppi - questa sì invece è gente che s'è creata lavoro dal nulla
età, titoli di studio, esperienze NON SONO OSTACOLI.
disse il venditore di fumo
ci sono le opportunità e qui te l'ho dimostrato. ed ecco a voi un uso totalmente improprio del metodo scientifico
tu sai cosa vuole il pubblico. tu sei il pubblico, aggiunge. avete comprato i pop corn?
l'università oggi e tutte le scuole precedenti non sono preparate per formare delle persone che riescano a lavorare. infatti se uno studia poi non riesce a lavorare. diamogli ragione.
CREARE il lavoro: non c'è mai un lavoro che ti viene dato crealo usando le modalità di cui sopra
"evita gli esperti disfattisti" gli economisti annoiati, cupi tristi, tutte sciocchezze e non funziona così
il lavoro serve a produrre cose utili. i disfattisti...chiacchere che sono spazzatura. queste chiacchere invece vi saranno utili, potete metterle nella raccolta differenziata, per lo meno.
potenzia l'autostima e le tue capacità di comunicazione, creare una squadra, spiegare le tue idee, capacità di capire cosa dice l'altra parte.

ora vanno di moda i life coach (lo è anche sto tipo) cioè venditori di fumo che vi venderanno parole su quanto belle persone siete, quanto bravi siete, quanto potenziale avete e no il mondo vi ama se vi lasciate amare, c'è gioia in ogni gesto che fate, potete trovare la felicità se cambiate prospettiva.

venditori di fumo. questo era solo un esempio, l'ennesimo, di quanto ci stiano tutti prendendo per il culo.

ma c'è un'opportunità, forse v'è sfuggita, potete essere venditori di fumo! e guadagnare dall'ignoranza/impotenza altrui.