4.29.2012

polli

polli wants a cracker.

sì polli.

polli vestito da pollo.

polli in vetrina.

polli tandoori.

è tutto un pollo.

ho dovuto sbatterci il naso contro per capire che dentro quel costume sudato non c'era uno che faceva pubblicità all'ennesimo baracchino di pollo fritto ma uno che andava a ballare insieme all'amico banana e a supermario.

potevo aver bevuto. e no.


4.28.2012

Personal Space. ep. 6

Che cos'è lo spazio personale?
Domanda che non mi sarebbe mai venuta in mente in Italia, lo ammetto.
Domanda che non mi sono mai fatta in giro per l'EU. Mai avuto bisogno.

Ma quando vivi per un po' in un posto dove le persone che ti passano a 20 cm di distanza senza sfiorarti nemmeno dicono "Sorry" un po' imbarazzate...forse è il caso che io mi chieda che cos'è lo spazio personale.

Io non so se son nata in un paese dove non esiste, se sia una cosa della mia famiglia e delle persone che conosco, o sia generalizzabile, non so. Io so solo che io, lo spazio personale, non so che sia.
Non so cosa sia il mio, figurarsi se so cosa sia il tuo.

Non è che non me ne freghi. Semplicemente è un concetto che non mi appartiene e che se anche me lo spieghi potrò far finta di capirlo ma non lo capirò davvero. Non son nata antropologa.
Quindi al massimo arrivo a capire che è meglio se ti cammino ad un metro di distanza. E che è meglio se trovo un posto vuoto del tutto in bus.
Non mi deve passare per il cervello di sedermi al tavolo con uno sconosciuto anche se il tavolo è per otto e tutti gli altri sono occupati. Meglio prendere un caffè da portar via.
Se non ti sento ti urlerò da un metro che non ti sento. Se il bus ti sta per prendere sotto mollerò un urlo, sia mai toccarti il braccio e fermarti.
Sia mai occupare il bracciolo di una poltrona dove sei seduto te, potrei arrecarti un danno psicofisico.
Se cadi non posso rialzarti, mi dispiace.

Sarò ingenua. Sarà che posso permettermi di fare quel che voglio perché mi metto al riparo dicendoti che tanto, sono pazza, no problem, sarà. Sarà che alla fine non penso che invadere il tuo spazio sia offenderti. Sbaglio. Lo so, ma sono pazza, te l'ho già detto no? Quindi non sono polite per niente.
Quindi se quando cammini io ti scontro, nel senso che ti cado addosso non che ti passo vicino, I'm sorry, I'm italian AND crazy.

4.25.2012

I won't surrender


I won't surrender - anche se ci provi a sconfiggermi

I will fight better - conosci il nemico per disarmarlo

you lock me out - si fa prima così

you knock me down - perché la forza è l'unica cosa che hai

but I will find my way around - per riuscire a uscirne

I won't surrender - fino alla fine

this is war - this is love

Di tutte le cose che ho provato a fare...non ho mai iniziato a gestire il nervosismo o la rabbia o il fastidio se non in modo "offensivo". Incazzarsi. è forse l'unica via per chi si sente predestinato all'ira.

Poi ho deciso che forse non ero proprio predestinata a niente. Quella è una cosa per religiosi. credenti. quello che è. Io no. Allora forse potevo fare qualcosa di diverso, per una volta. Provare. Per una volta.
Cosa mi costa provare. Tempo qualcuno dice. Come se tempo e denaro fossero davvero amici che girano a braccetto il sabato pomeriggio. Non mi costa niente, in denaro. Niente di più di quel che già spendo, intendo. Non un euro in più sulla bolletta del telefono. O per un caffè.
Non mi costa tempo. Perché quello lo sto impegnando già. Sempre che io sia una che crede anche a sta menata del tempo. E no. Quindi provare a prezzo favorevole, vedi alla voce gratis.
Non fosse che è uno sforzo immane.

Mettere in fila le parole giuste. Inoffensive. Sono incazzata. Adesso come si fa?
Come te lo dico? Non voglio offendere te, come sento che tu hai offeso me. Come sento che tu dai per scontate cose, io non vorrei farlo. Non voglio dare per scontato niente e non voglio comunicarti questo. Ma neppure che sono incazzata, ti voglio dire. Ti voglio dire COSA mi fa incazzare e PERCHÉ.

Questo è più di quanto io possa fare. Molto più che fregarmene. Fregarsene è il male di tutti. di tutta l'umanità.

Allora provo. Mi butto senza rete. Con parole che non sono mie pur essendo mie con una cautela mai usata. Con un'intensità e una concentrazione tale che il solo provarci mi procura mal di testa.

Poteva andare malissimo. La peggiore previsione, fregarsene, non s'è avverata.
A me già questo basta.

Mi son buttata. Ho fatto. Bene o male non mi interessa. Adesso, almeno, non son più incazzata.



4.21.2012

think less. ep 5 (?)


sono frustrata. lo ammetto.
corro per prendere il bus e quello non passa. perché vado in orario, mi chiedo, quando SO ormai, LO SO, che quello passa con 2 3 anche 5 minuti di anticipo. O si son tenuti larghi con lo scrivere gli orari, o niente è simpatia portami via.
Intanto piove. non c'era dubbio. bene.
aspetto. arriva salgo grazie e arrivederci. 2 fottute sterline e 30 per cosa 5 fermate? 6 forse.
cambia bus e compagnia. quindi ripaga il bigletto. 2 e 10. m'è andata meglio.
e poi un viaggio lungo una vita. a metà strada mi sento in un altra città...finisco in collina o semi collina. ci sono solo cavalli e le case dove son finite? poi dal nulla un centro commerciale. una vida di negozi. un distributore di benzina...sarò arrivata?
corro dal conducente, sikh, e mi vien da ridere. mi vien da ridere perché penso in italia non l'ho mai visto un conducente con il turbante. è bellissimo. il turbante.
mi dice no signorina non è arrivata. sono esterrefatta. penso che tra un po' vedrò la scritta "wales" o "ireland" o qualcosa del genere. non son convinta che il conducente abbia capito. lo chiedo alla vicina di posto. ma...mi dice "don't know". oh gosh. penso proprio OH GOSH e penso che sono idiota. cosa penso oh gosh a fare, cazzo. ma dove accidenti siamo? tornano i cavalli.
uno dieci cento. e due tre case. in fila. rosse.
mi dice di andare e scendere mi fa il segno con la mano. e dice quella è la scuola. grazie dico. e bye. i conducenti si salutano sempre. se non lo fai sei uno stronzo assoluto.
bene. ma io non devo andare alla scuola.
fermo la prima che passa.
mi scusi dov'è bahaha lodge. e lei lì...ma no signora accidenti quella è bahaha lodge ROAD. non è un palazzo è una strada. accidenti a te. capisco poco d'inglese mi sa o anche lei non è di qua. allora chiedo l'ufficio dei travellers, dov'è? EH? accidenti. non c'è il numero. solo il nome del palazzo.
non lo sa. mi manda a chiedere dal farmacista.
mi sento in un paese.
quando ti perdi e non sai qualcosa o vai dal giornalaio o dal farmacista o al bar. ma qua i bar non ci sono. e il giornalaio non lo vedo. sono in ritardo.
e se avessi sbagliato strada? tra lodge road, road, park road, park, drive, park drive...son sempre le stesse strade. metti che ti dimentichi di dire lodge  ROAD e dici solo LODGE finisci a un kilometro di distanza.
son sicura di essere fuori città. non può essere città qua. non dopo una fottuta ora di bus.
corro dal farmacista. e vedo un cartello. bahaha lodge. oh cazzo. era anche ora.
suono. no busso. con quelle maniglie di ferro che fa tanto medioevo. quella c'è.
ce l'ho fatta.
al ritorno ho un passaggio.
nel mezzo...più di quello che mi sarei aspettata di trovare.
un solo pensiero, ma io, che accidenti provo a fare con i prof delle università?

4.18.2012

del british caffè e del rovesciamento. ep 4

nelle tv italiane passa spesso una pubblicità con george clooney come protagonista. fa il figo. ma non riesce totalmente. è un po' una presa per il culo di george che ormai va per i 60 mi sa. o almeno è quello che vogliono farci credere. in realtà nella pubblicità la donna che lascia georgino nostro ad un palmo di naso altro non fa che essere vittima perenne della "fascinazione".

poi c'è st'altra pubblicità in UK. non c'è nessun george. solo una signorina intenta a sistemare casa perché sta arrivando qualcuno. entra il marito stropicciato. che va a preparare un caffè e torna adone. la donna è pur sempre vittima della fascinazione ma sta volta non ne è protagonista diretta.

due caffè, due uomini, due donne. il messaggio è circa lo stesso. uno è "non sei abbastanza giovane per me" rivolto al george e l'altro è "ridotto così non ti voglio manco per sistemarmi la lavatrice". la prima donna però se ne va lasciando georgino ad un palmo di naso. la seconda rimane a vedere la trasformazione del rospo in principe.
in entrambe la donna è la principessa. non se ne scampa.
non sono racchie. sono "normali". eppure a me mi fan nervoso tutte e due.

il problema non è avere l'uomo fascinoso che entra dalla tua porta quando meno te lo aspetti.
il problema è avere l'uomo fascinoso ANCHE essendo racchie. e mandare a farsi friggere georgino ANCHE essendo racchie.

paese che vai, disagio che trovi, mi vien da dire.
shame on me. come sempre.

4.13.2012

Che palle

"Why are you here?"

Non lo so. Me l'hanno chiesto in almeno 10 persone diverse.
Scegli un posto a caso. Giusto per...a me è capitato 100 volte.
Non penso di essere l'unica.
Non penso di avere niente di nuovo da dire. da dare. condividere. cosare.
Qui, o lì, cavolo cambia?

Incrocio gente con braccia stanche, facce tremolanti di vite strette. Incrociano il mio sguardo, annoiati, tormentati, con sorrisi inutili e vuoti.
Poi ci sono i burattini. Poi. Ma che me ne frega infondo di quei burattini lì o qui ovunque.

Hanno tagliato l'albero in modo brutale.  è mutilato. povero eucalipto. nessuno dovrebbe prendersi la briga di tagliare un albero a quel modo. cosa accidenti gli prende a questi tagliatori d'alberi?

La gente che litiga sul nulla del nulla per nulla. Che palle.

La gente.

Che palle.

Beviamo dei vini schifosi che non sanno di niente. Sanno di pietre rotolate nel fango. Sanno di bruciature di sigaretta, di moquette bruciata, di barbie cotte al sole. Però li beviamo e ahahaha. Ma un tappo a vite sul un dannato vino come cazzo si fa a mettere?! Non so niente di vini e di caffè. 
Mi va bene tutto.

Son pur sempre una donna. Non posso sapere ed avere niente di serio da dire. FIGURARSI.

Che palle.

Ho sentito una brutta canzone per radio. Non ricordo quale fosse ma era una cosa orribile. Che palle.


4.11.2012

And the winner is...

"Premio speciale della giuria.
Eggià, ve l'avevo detto no che avrei vinto solo quello.
Ci risiamo, ennesima volta ennesima, che vinco al massimo un nominato o un speciale di giuria.
Primo posto. Mai.
Ma manco il secondo.
Nel bene e nel male son sempre di lato, di traverso. C'è tutta quella gente che perde, perde con una capacità di perdere indescrivibile per me.
Cioè sono perdenti reali. Non vincono mai. Ma lo sanno. Partecipano per il gusto di.
Mi piace chiamarli amatori. Amatori di questo e quello. Discutono del loro "lavoro". Arrivano ultimi, o sedicesimi, e va bene così.
I primi della classe invece non li tollero. Sanno che arriveranno primi. E litigano anche per il secondo posto.
E poi ci sono io. Io non so perdere. Eggià.
Perdo nel modo sbagliato. Qualcuno mi nomina. Mi fanno i complimenti. Ma non è il momento. L'ora. Il tempo. Fuori piove e non è giornata. Sei avanti, sei indietro. Questo l'han già fatto. Meglio ovviamente (è sottinteso, ovviamente). Insomma io quando perdo non perdo di brutto.
Nel tal caso sarebbe bellissimo.
Se un giorno potessi essere ultimo...oh come sarei contento di me.
Invece no. Davvero. Ve l'avevo detto ma voi mi incitate. Vi piace vedere che mi colgono in fallo, siate sinceri, per una volta."



4.05.2012

regular as usual. episodio 3

Ci son due cose che mi inseguono, sempre, quando viaggio.
il tempo e il caffè.

il caffè è una costante dolceamara dei viaggi.
posto che vai caffè che trovi.
sembra l'argomento più interessante per lo straniero di passaggio.
alla turca, expresso riciclato, riscaldato, lunghissimo, amaro, stufato.
posto che vai, ore di conversazione sul caffè che trovi.
chiunque legga avrà visto e assaggiato sicuramente più caffè di me.
quindi se le banalità vi han rotto, fatevi una doccia calda e non pensateci più.
so che l'espresso è una chimera.
per me malata di riciclo di caffè va benissimo che manchi.
a me non manca.
ieri nevicava.
è aprile. non sono così tanto a nord. non mi aspettavo la neve. ma del tempo parlo poi.
dunque nevica.
ma qui è aprile, è estate, quindi perché mai attivare il riscaldamento?
penso sia una cosa di casa, ma anche nei luoghi pubblici lo lasciano spento (salvo nei bus).
mi serve un caffè salva pomeriggio.
o un tè.
ma non so cosa aspettarmi se chiedo un tè. non è un selfservice il bar della biblioteca.
devi interagire. con tutte le poche forze che hai, con il fiato ghiacciato in bocca, devi andare lì e chiedere un caffè. il tè no perché metti che mi chieda quale tè e io non capisca. insomma non voglio farmi figure. ci son solo studenti asiatici.
e l'unico non è il barista che dalla stazza e dal colorito e dal tono di voce non è proprio un immigrato dell'ultimora. non voglio chiedere un tè di cui non so che farmene. penso che non sono in italia e a nessuno verrebbe in mente di chiedermi un caffè come? insomma la trafila di richieste astruse sul caffè espresso non dovrebbe esserci.
che dovevo chiedere? a coffee? some coffee? come si chiederà? mentre son lì che cerco delle monete con cui litigo ogni giorno sparo semplicemente coffee...cioè anche l'asiatica davanti ame aveva fatto la stessa roba con un accento british perfetto e il barista era sereno. quindi coffee e bòn andrà bene no?. NO. mi dice akaopkhneakmshs regular? yes. non ho capito ma yes fai quel che vuoi tanto non me lo dai espresso quindi va benissimo. regular. chiamasi anche regular la pinta di caffè.
formato tè ma è caffè. benissimo. ho freddo. va benissimo il litro di caffè marrone chiaro bollente. sorrido al barista. thanks.
regular. ahksinslsjdns. o quel che vuoi.

il tempo.
la parola tempo ha troppi significati. mi piacciono le frasi come dai tempo al tempo o il tempo guarisce tutte le ferite. sono belle frasi e comode da dire con quella gente che conosci poco. non sa che dire e allora infili un non ci sono più le mezze stagioni (sempre tempo) o rosso di sera bel tempo si spera (tempo). molte di queste frasi riguardano il tempo.
il tempo è anche l'argomento di conversazione preferito con gli sconosciuti, con gli anziani, con le persone che non sono nel tuo stesso posto nel tuo stesso momento (tempo).
che tempo fa? mah piove, caldo, nevica.
nevica. già detto.
e poi c'è il tempo dell'orologio.
tira indietro un'h no mettila avanti. sono le 7 ma c'è già buio e con un'h avanti no indietro non si capisce più un cazzo.
tengo due orologi. e poi non li consulto. ho fame? mangio. sonno? dormo. tanto la biblio fa 24/24 quindi non devo preoccuparmi degli orari no? tempo.
chi ha tempo non aspetti tempo.
il tempo è denaro. in italia appena piove c'è uno dei migranti dell'ultimora che ostiniamo a chiamare vucumprà che sfoggiano ombrelli in tutti i colori possibili. per costoro il tempo è proprio denaro.
qua se inizia a piovere ti scordi i vucumprà. piove. piove. non è un problema questo tempo.
il tempo è denaro nel senso di chi ha tempo non aspetti tempo. e via di corsa. e who cares?.
mi manca il vucumprà dell'ultimora.
e il mio preferito ogni cosa ha il suo tempo.
c'è una stagione per i frutti e una per i fiori. una per le foglie per crescere l'altra per cadere.
lessi un libro che divideva il tempo in cavalli (se vi capita il libro è tre cavalli).
io lo dividerò in caffè. perché no?
c'è un tempo per l'orzo. uno per il caffelatte. uno per il caffé pasticciato e uno per il caffè amaro.

due argomenti di conversazione, una sola frase.
dono della sintesi, mai come ora.

4.01.2012

coal what? episodio 2.

in ordine sparso e casuale.
le improbabili comunicazioni gestuali.

albero, koala, recipiente a forma di ancora, coal. ovvio no?
sapevatelo che vendono migliaia di caminetti aperti da giardino per scaladarsi d'estate.
sono belli. chi se ne frega che fuori di qui sono inutili. ne voglio uno.

anni di lezioni di inglese, film e telefilm. buttarli al cesso quando un cameriere tenta di spiegarti in modo più veloce possibile le 10 diverse birre alla spina.
saper di poter muovere la testa per dire sì o no, è quello che ti svolta la serata.

fatti, non cazzate.
in auto rischio di svenire ogni volta che qualcuno sfreccia dal mio lato.
stare seduti senza il volante davanti. tentare ostinatamente di salire dal lato guidatore. senso di nausea ogni volta che si deve andare a sinistra a un incrocio.

mi abituo a tutto, in fretta, sempre e subito. dammi da mangiare quel che ti pare. da dormire dove vuoi te. un cesso qualunque. una doccia, possibilmente calda. e siamo apposto.

ma la macchina al contrario no. cervello non rimandermi secco.

ah la benza qua è a 1,333 circa. cioè a 1,60 circa. cioè comunque meno considerando che qua costa tutto un po' di più.
insomma bello schifo avere la benza a meno e dover girare contromano. che cosa inutile.